Nel panorama contemporaneo, in cui le città faticano a ridefinire i propri spazi pubblici e la cultura si interroga sul suo ruolo sociale, il collettivo Floating Museum rappresenta una delle esperienze più visionarie e necessarie.
Fondato a Chicago nel 2016, da Faheem Majeed, Jeremiah Hulsebos-Spofford, Andrew Schachman e Avery R. Young, il gruppo lavora all’intersezione tra arte, architettura, paesaggio e comunità. La loro idea è tanto semplice quanto radicale:
trasformare la città in un museo diffuso, dove i quartieri sono le gallerie e i cittadini gli autori.

Un museo senza muri
Floating Museum rifiuta la forma tradizionale dell’istituzione museale — chiusa, centralizzata, separata — per costruire un modello mobile, inclusivo e comunitario.
Le loro opere non sono oggetti ma processi di relazione: installazioni galleggianti, sculture modulari, architetture effimere e azioni collettive che si muovono attraverso la città, coinvolgendo residenti, artisti locali, scuole, e istituzioni.
Il progetto più celebre, River Assembly (2017), ha portato un’intera mostra sull’acqua: una chiatta trasformata in spazio espositivo che ha navigato lungo il fiume Chicago, toccando diversi quartieri.
A bordo, opere, performance e incontri hanno reso il fiume — simbolo della storia industriale e coloniale della città — un nuovo spazio di connessione culturale.
L’arte come infrastruttura socialeIn Floating Museum, l’arte non è decorazione ma infrastruttura pubblica: uno strumento per ripensare come le persone abitano e condividono il territorio.
Ogni intervento parte da un dialogo con il contesto urbano e le sue comunità, mettendo in discussione la nozione di centro e periferia, di pubblico e privato.
“Non si tratta di portare l’arte alle persone,” scrivono i fondatori,
“ma di mostrare che le persone sono già parte dell’opera.”
Questo approccio — profondamente politico e poetico — apre un nuovo modo di intendere la landscape architecture come pratica culturale:
il paesaggio non è uno sfondo da abbellire, ma un corpo sociale da ascoltare, trasformare e raccontare.

Progetti recenti e direzioni future
Negli ultimi anni, Floating Museum ha ampliato la sua azione attraverso progetti come Cultural Transit Assembly, The Great Migration, Monumental Walks e Futures, espandendo la riflessione su memoria, razza, ecologia e appartenenza.
Molte installazioni dialogano con l’acqua, la mobilità e la memoria collettiva, facendo emergere una nuova sensibilità per il paesaggio come archivio vivente.
Oggi il collettivo lavora con enti pubblici, musei e università, mantenendo però la propria natura ibrida e fluida: un’istituzione nomade, capace di muoversi tra arte, attivismo e progettazione
A otto anni dal debutto di River Assembly, l’opera del collettivo appare più urgente che mai.
In un tempo segnato da crisi climatiche, migrazioni e frammentazione urbana, Floating Museum ci ricorda che abitare è un atto culturale, e che ogni città può diventare un museo vivente se restituita ai suoi abitanti.
