L’iniziativa UCCELLACCIO fa parte di un progetto più ampio chiamato “Spaziale presenta”, che consiste in una serie di nove attivazioni site-specific in diverse città italiane, che anticipano e preparano il Padiglione Italia alla 18^ Biennale Architettura 2023. Il Padiglione Italia è promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e ha come titolo “SPAZIALE: OGNUNO APPARTIENE A TUTTI GLI ALTRI”. Il progetto è curato dal collettivo Fosbury Architecture, che ha selezionato nove collettivi di architettura emergenti per realizzare le attivazioni site-specific. Ogni attivazione si concentra su una specifica questione spaziale e sociale, che riguarda il territorio in cui si svolge, e coinvolge la comunità locale e gli stakeholder interessati. L’obiettivo è quello di sperimentare nuove forme di progettazione partecipata e collaborativa, che possano generare soluzioni innovative e sostenibili per la rigenerazione urbana.
L’iniziativa UCCELLACCIO si focalizza sulla questione delle opere incompiute e abbandonate, che costituiscono una ferita nel paesaggio urbano e rurale italiano. In particolare, l’attivazione si occupa di una struttura in cemento armato di circa 10.000 metri quadrati, situata a Ripa Teatina, un paese nell’entroterra abruzzese. La struttura doveva ospitare un centro residenziale per anziani (Rems), ma i lavori sono stati interrotti nel 1973 e da allora non sono mai ripresi. La struttura è diventata un simbolo di degrado e abbandono, che pesa sulle coscienze e sulle tasche dei cittadini. L’attivazione UCCELLACCIO vuole cambiare il punto di vista su questa struttura, cercando di trasformarla da problema a risorsa. Per fare questo, il collettivo HPO ha ideato un progetto che prevede tre fasi:
- La prima fase consiste nella pulizia e nella messa in sicurezza della struttura, con il coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni locali. L’obiettivo è quello di liberare la struttura dalle erbacce, dai rifiuti e dai materiali pericolosi, e di renderla accessibile in alcune parti.
- La seconda fase consiste nella realizzazione di un’installazione artistica temporanea sulla facciata della struttura, con il contributo dell’advisor Claudia Durastanti. L’obiettivo è quello di creare una narrazione visiva che racconti la storia della struttura e del territorio, e che stimoli la curiosità e l’interesse dei visitatori.
- La terza fase consiste nella trasformazione della struttura in un “Parco dell’incompiuta”, con la creazione di percorsi pedonali e ciclabili, aree verdi e spazi ricreativi. L’obiettivo è quello di valorizzare la valenza paesaggistica e culturale della struttura, e di restituirla alla fruizione pubblica.