Il lavoro dell’artista palestinese Jumana Manna, che presenta una mostra recente intitolata “Preservation Paradox” al Matadero Madrid nel 2023, esplora le relazioni tra cultura, natura e memoria attraverso una serie di installazioni, sculture e video.
La mostra si basa sulle ricerche di Manna sulle pratiche di conservazione e restauro dei beni culturali in Palestina e in altri contesti post-coloniali, mettendo in luce le tensioni tra il desiderio di preservare il patrimonio e le sfide politiche ed economiche che lo minacciano.
Manna si interessa in particolare al ruolo delle istituzioni culturali internazionali, come l’UNESCO, nel definire i criteri di autenticità e valore dei beni culturali, e alle conseguenze che questo ha sulle comunità locali che li producono e li vivono. Attraverso le sue opere, Manna mostra come le pratiche di conservazione possano essere sia strumenti di resistenza che di dominazione, a seconda di chi le controlla e di quali interessi servono.
Un esempio è l’installazione “The Seed Bank“, che consiste in una serie di contenitori metallici che custodiscono semi di piante autoctone della Palestina, raccolti da agricoltori e attivisti che si oppongono alla perdita di biodiversità causata dall’occupazione israeliana e dalla globalizzazione. I semi sono esposti come reliquie preziose, ma allo stesso tempo sono vulnerabili alla distruzione o al furto. L’opera riflette sul significato simbolico e materiale dei semi come fonte di vita e di identità, ma anche come oggetto di disputa e di appropriazione.
Un altro esempio è il video “A Magical Substance Flows Into Me”, che documenta le diverse tradizioni musicali delle minoranze etniche e religiose che vivono in Israele e Palestina, come i beduini, i drusi, i curdi, i copti e gli armeni. Il video segue il percorso dell’etnomusicologo tedesco Robert Lachmann, che negli anni ’30 registrò le musiche di queste comunità per la radio palestinese. Manna intervista i musicisti contemporanei che continuano a suonare questi generi musicali, mostrando la ricchezza e la diversità della cultura palestinese, ma anche le difficoltà che incontrano nel mantenere viva la loro eredità sonora.
La mostra “Preservation Paradox” offre una visione critica e sensibile delle dinamiche tra cultura e potere, tra passato e presente, tra locale e globale. Manna invita il pubblico a riflettere su come la conservazione possa essere un atto creativo e politico, ma anche un paradosso che nasconde conflitti e contraddizioni.
BIO
Jumana Manna è un’artista visiva e regista. Il suo lavoro esplora come il potere si articoli, concentrandosi sul corpo, la terra e la materialità in relazione alle eredità coloniali e alle storie dei luoghi. Attraverso la scultura, il cinema e la scrittura occasionale, Manna si occupa dei paradossi delle pratiche di conservazione, in particolare nei campi dell’archeologia, dell’agricoltura e del diritto. La sua pratica considera la tensione tra le tradizioni moderniste di categorizzazione e conservazione e il potenziale indisciplinato della rovina come parte integrante della vita e della sua rigenerazione. Jumana è cresciuta a Gerusalemme e vive a Berlino.