Emilio Ambasz, famoso per la mostra “The New Domestic Landscape” al MoMA nel 1972, ora supporta la mostra “Emerging Ecologies” al MoMA di New York. Questa mostra, dedicata all’architettura sostenibile, ospita centocinquanta opere che affrontano tematiche ambientali dagli anni ’30 agli anni ’90 negli Stati Uniti. Ambasz ha finanziato l’istituto dedicato allo studio dell’ambiente costruito e naturale all’interno del MoMA.
Ambasz sottolinea l’importanza di un’architettura che reconcilia natura e costruzione, progettando edifici in armonia con l’ambiente circostante. La mostra comprende opere di noti architetti come Frank Lloyd Wright e Beverly Willis, oltre a progetti di Ambasz stesso.
L’architettura occidentale tradizionalmente ha considerato la natura come qualcosa da vincere, ma Ambasz sostiene che sia giunto il momento di creare un patto di riconciliazione tra natura e costruzione.
Ambasz divide gli architetti in tre categorie: artisti che creano nuova cultura, bravi architetti che si muovono eccellentemente nei canoni creati dagli artisti, e architetti degli stereotipi che replicano il lavoro degli altri. Egli si interessa soprattutto agli architetti artisti, come Tadao Ando e Renzo Piano, che creano nuova cultura e progettano architetture ecologiche.
Ambasz ritiene che la sostenibilità nell’architettura richieda non solo l’uso di nuovi materiali ecologici, ma anche un sistema di valori sociali e fiscali che supporti chi sceglie la strada virtuosa. Infine, esprime la speranza che esista una scena italiana del progetto sostenibile, anche se gli architetti italiani sono grandi talenti scarsamente supportati.
