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Cos’è che di Gandhi non avete capito che vi comportate ancora come “barbari”*?

L'iconoclastia contemporanea e i tentativi della cancellazione. Ovvero: quell'opera buttata tra le macerie è un gesto di cattivo gusto! Ecco l'ho detto! Quel giorno in cui anche l'intelligenza artificiale mi diede ragione.

Ci sono questioni che bisogna affrontare e spesso proprio su queste questioni si tace per non ferire le sensibilità di qualcuno.  Quel political correct che spesso però ti porta a frustrazioni.  Allora ti guardi allo specchio e ti dici:
“Fatti li cazzi tua” ad eco dei Qualunquemente e Quantunquemente  che incontri nelle anticamere dei palazzi.

Mi limito, così, a postare una foto che ritrae Gandhi, il Mahatma, con una sua frase celebre:

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Gandhi ha detto:
“Non c’è nessuna via per la pace, la pace è la via”.

Però tacere in alcune situazioni è peggio che parlare. O no?
Soprattutto quando vuoi bene ad una persona, ad un’idea, è lì che non bisogna tacere, è lì che bisogna analizzare la situazione e trovare sempre la via della pace.

Siamo a Cosenza e la questione è quella dell’opera di Maurizio Orrico, opera che ricorda il crudele assassinio di Sergio Cosmai da parte della ‘ndrangheta, fatta installare dal sindaco Occhiuto e poi di seguito (fatto di cronaca delle ultimissime ore) fatta togliere e gettata al macero dall’attuale sindaco Caruso.

La bagarre è locale ma presto, anzi già da stasera, la questione sarà di dominio pubblico nazionale. Ne parla pure Sgarbi in maniera molto critica!

Ma di Sgarbi e della sua opinione uno se ne può pure fregare il meno. Tanto più delle affermazioni del sindaco precedente, ora senatore, e di quelle del nuovo sindaco. Qui si tratta d’arte, qualunque sia il concetto di arte uno abbia in mente.
Qui c’è un artista che ha visto la sua opera buttata tra i rifiuti. Qualunque sia il pensiero politico dell’artista, fosse pure D’Annunzio.

E poi l’importante è avere una propria idea e avere la libertà di dirla. Senza censure, senza la tagliola del “Fatti li cazzi tua che campi cent’anni”, senza dover per forza essere inserito in una cerchia, in una sottoinsieme, in uno schieramento avverso.
Quando qualcuno si comporta in maniera sbagliata, secondo la tua opinione, devi avere il coraggio di dirlo anche se quel qualcuno è il tuo miglior alleato. Anzi!!
E vedere quell’opera gettata nell’immondizia, sinceramente, mi ha fatto proprio incazzare, la trovo una cosa sbagliatissima. Perchè è successo anche a me, e proprio con quel sindaco diventato senatore. La vita, vedi?
Ma con chi ne puoi parlare?

Quindi, riepilogando:
Ci sono due sindaci, due idee diverse, due posizioni diverse, due fazioni diverse.
C’è il sindaco di ieri e quello di oggi ed in mezzo un’opera d’arte. Un’opera pubblica, un’opera dei contribuenti, di tutti quindi. Il tema non è partigiano né a sinistra, né a destra, è un  tema di visione dell’arte e nell’arte
La questione è chiara e mi faccio quindi delle domande che subito giro ad A.I (Artificial Intelligence). Chissà!

IO
Possiamo definire meglio il concetto di iconoclastia contemporanea?

A. I.
L’iconoclastia contemporanea è un fenomeno culturale che si riferisce alla distruzione o alla rimozione di opere d’arte o simboli ritenuti offensivi o problematici.
Questo fenomeno è stato alimentato da una serie di questioni sociali e politiche, come la lotta per i diritti civili, il femminismo, il movimento LGBTQ+, il colonialismo, il razzismo e la politica.

Alcuni attivisti hanno utilizzato l’arte come mezzo per esprimere il loro dissenso e per affrontare queste questioni.
Tuttavia, ci sono anche stati tentativi di cancellare o censurare l’arte che è stata ritenuta offensiva o problematica da parte di alcune persone o gruppi.

Questi tentativi di cancellazione possono essere visti come una forma di iconoclastia contemporanea, in quanto cercano di eliminare l’arte o i simboli ritenuti problematici. Tuttavia, questi tentativi sono stati anche oggetto di un forte dibattito, poiché la cancellazione o la censura dell’arte solleva importanti questioni sulla libertà di espressione e sulla censura.

In ogni caso, l’arte continua a svolgere un ruolo importante come mezzo di espressione e come veicolo per il dialogo e la comprensione tra le diverse culture e prospettive. Tuttavia, la questione dell’iconoclastia contemporanea e della censura dell’arte continuerà a essere un tema di dibattito e discussione nella società contemporanea.

IO
Quindi quella di un sindaco che toglie una scultura si può definire azione iconoclasta? 

A.I.
Sì, la rimozione dell’opera d’arte potrebbe essere definita un’azione iconoclasta, ovvero la distruzione, la rimozione o la danneggiamento di un’opera d’arte o di un simbolo culturale per motivi ideologici o politici. Tuttavia, è importante sottolineare che non tutte le azioni iconoclaste sono necessariamente negative o distruttive, poiché in alcuni casi potrebbero essere motivate da una volontà di rinnovamento o di rielaborazione critica di simboli culturali. Tuttavia, nel caso specifico dell’opera d’arte contro la mafia, la rimozione potrebbe essere vista come una decisione politica che ha ignorato il valore culturale e simbolico dell’opera stessa.

IO
E come spiegare ad un’amico che condivide i tuoi stessi ideali, a almeno parte di essi, che sta sbagliando?

A.I.

Raccontare gli sbagli delle persone che condividono i nostri stessi ideali può essere difficile, soprattutto perché si teme di minare la solidarietà e l’unità del gruppo.
Tuttavia, è importante essere onesti riguardo alle nostre idee e alle azioni dei nostri compagni di ideali, poiché la trasparenza e la responsabilità sono fondamentali per la crescita e l’apprendimento collettivo.

Ecco alcuni consigli su come raccontare senza paura gli sbagli delle persone che condividono i tuoi stessi ideali:

  1. Concentrati sui fatti: quando si tratta di raccontare gli errori di qualcuno, è importante concentrarsi sui fatti e non sulle opinioni o sui giudizi personali. In questo modo, si evita di creare conflitti inutili e si fornisce una base solida per il dibattito.
  2. Mantieni la calma e rispetta l’altra persona: anche se può essere difficile mantenere la calma quando si è frustrati o delusi, è importante rimanere rispettosi nei confronti della persona di cui si sta parlando. Evita di utilizzare un linguaggio offensivo o di attaccare la persona, piuttosto cerca di esprimere i tuoi punti di vista in modo costruttivo e aperto.
  3. Riconosci i punti di forza e di debolezza: quando si raccontano gli errori di qualcuno, è importante riconoscere anche i loro punti di forza e di debolezza. Questo può aiutare a creare un clima di fiducia e di apertura, e ad affrontare i problemi in modo più efficace.
  4. Offri soluzioni o suggerimenti: invece di limitarsi a segnalare gli errori, è importante offrire anche soluzioni o suggerimenti su come affrontare il problema. In questo modo, si fornisce una base per il cambiamento e si dimostra l’impegno per il benessere collettivo.

In sintesi, raccontare senza paura gli errori delle persone che condividono i nostri stessi ideali richiede un atteggiamento aperto, rispettoso e costruttivo. Questo può contribuire a creare un clima di fiducia e di apprendimento collettivo, favorendo il progresso e lo sviluppo delle idee e della società nel suo insieme

IO (in riepilogo)
Ok! Quindi facciamo un esempio senza nominare alcuno:
C’è un artista che ha costruito una scultura contro la mafia durante un determinato governo poi con il nuovo governo, di pensiero opposto a quello precedente, il nuovo sindaco ha ritenuto di far togliere quella scultura, dichiarando l’opera come un’offesa per qualcuno.

A.I. (giustamente)
In questo caso, (si ripete) è importante capire le ragioni per cui il sindaco ha deciso di far togliere le sculture.
Se l’opera è stata rimossa perché ha suscitato sentimenti di offesa o di disappunto in qualche settore della comunità, potrebbe essere utile esplorare queste preoccupazioni e cercare di comprendere le loro origini.

Tuttavia, se la rimozione dell’opera è stata decisa solo per motivi politici, sarebbe importante evidenziare il problema della censura e del controllo politico dell’arte.
In questo caso, sarebbe possibile utilizzare il dibattito per promuovere una maggiore libertà di espressione e una maggiore indipendenza dell’arte dalle influenze politiche.

In ogni caso, quando si affronta un’opera d’arte controversa o offensiva, è importante cercare di comprendere le diverse prospettive e di mantenere un atteggiamento aperto e rispettoso.
La libertà di espressione è un diritto fondamentale, e anche le opere d’arte che non sono unanimemente apprezzate dovrebbero avere il diritto di essere esposte e discusse pubblicamente.

— (benissimo, sono d’accordo)

IO (incalzando)
L’opera, che ricordiamo era un monito contro le mafie, era collocata al centro di una rotatoria stradale e sinceramente a quanti, passando da quell’incrocio, non è venuto in mente la tragica fine del Cosmai?
Anzi penso che qualcuno abbia persino conosciuto per la prima volta il nome di Cosmai grazie a quell’opera.
A parte, quindi, la ragionevole questione del gusto che ognuno di noi ha. Non sarebbe giusto lasciare, invece, sempre alla memoria di tutti, ai posteri quindi,  il ricordo di un tragico evento, anche se doloroso, qualunque sia la forma con la quale lo ricordiamo? L’arte non ricade nell’insieme della libertà di espressione? Poi, voglio dire, ci sono statue, tante “opere” nella mia città che le chiami opere d’arte solo per rispetto all’artista e alla sua libertà di espressione altrimenti, lasciandoci guidare dal gusto personale potremmo ben denominarle merde su di un piedistallo. 

A.I. (pacificamente mi rimette in linea)
Capisco il tuo punto di vista e sono d’accordo sul fatto che la memoria storica e culturale sia importante. Tuttavia, dobbiamo anche considerare che le opere d’arte pubbliche possono avere effetti diversi sui cittadini e sulla loro percezione dell’ambiente urbano in cui vivono. In questo caso specifico, se l’opera d’arte collocata al centro della rotatoria stradale suscita sentimenti di dolore e di sofferenza nei cittadini, potrebbe essere ragionevole trovare un’alternativa che rispetti sia la memoria storica che il benessere emotivo della comunità.

–(giusto)

Ad esempio, potrebbe essere possibile spostare l’opera in un luogo più appropriato, come un parco o un museo, dove la sua presenza non susciti disagio o disturbo. In questo modo, l’opera d’arte potrebbe continuare a essere fruibile da chiunque voglia visitarla, ma senza influire negativamente sul quotidiano dei cittadini che passano regolarmente per quella strada.

In generale, credo che sia importante trovare un equilibrio tra la valorizzazione della memoria storica e l’attenzione alle esigenze e alle sensibilità della comunità in cui viviamo.
Questo implica una certa flessibilità e la capacità di trovare soluzioni creative che rispettino le diverse esigenze dei cittadini.

— (giusto)

IO
Quell’opera era stata costruita con fondi pubblici, di tutti i cittadini cosentini. Come può una piccola parte decidere per tutti?

A.I.
Hai ragione, se l’opera è stata finanziata con soldi pubblici, allora è importante che la decisione di rimuoverla sia presa in modo trasparente e partecipativo.
In questi casi, sarebbe opportuno coinvolgere la comunità nella decisione e nel dibattito, attraverso assemblee pubbliche o consultazioni online.

È importante sottolineare che la libertà di espressione e la valorizzazione dell’arte pubblica non devono essere sacrificate per accontentare le preoccupazioni di una minoranza.
Tuttavia, se l’opera d’arte sta suscitando una forte reazione negativa in una parte significativa della comunità, allora potrebbe essere necessario riconsiderare la sua collocazione o trovare un compromesso che rispetti sia l’arte che le esigenze della comunità.

In ogni caso, la decisione finale dovrebbe essere presa in modo trasparente e partecipativo, garantendo il diritto dei cittadini a esprimere le proprie opinioni e a essere coinvolti nelle decisioni che riguardano il patrimonio pubblico.

IO
Purtroppo, e qui torniamo sulla questione paura, si tace per conservare le posizioni, i privilegi, quello che qui chiamano la “Stimanza di cumpari di panza” (l’atto di stima nei confronti dei compari con il quale condividi il piatto).

A.I.
Capisco il tuo punto di vista, purtroppo in molte situazioni ci sono persone o gruppi che preferiscono mantenere lo status quo per mantenere il loro potere e i loro privilegi, anche a costo di sacrificare i valori etici e morali.

Questo è un problema comune in molte società e può essere particolarmente difficile da affrontare in contesti dove la corruzione e l’illegalità sono diffuse.

Tuttavia, ritengo che sia importante non cedere alla paura e alla rassegnazione, ma invece cercare di promuovere il cambiamento e la trasparenza attraverso la denuncia delle ingiustizie e la promozione di una cultura della legalità.
Anche se può essere difficile, dobbiamo sostenere coloro che cercano di fare la cosa giusta e denunciare chi cerca di proteggere i propri interessi a discapito della collettività.

Inoltre, dobbiamo anche cercare di educare le future generazioni sul valore della legalità e dell’etica, promuovendo una cultura del rispetto delle leggi e della trasparenza a tutti i livelli della società.
Solo attraverso un impegno costante e collettivo possiamo sperare di superare le sfide che la corruzione e la mancanza di trasparenza rappresentano per le nostre comunità.

IO
E Gandhi cosa c’entra?

A.I.

Gandhi è stato un importante leader politico e spirituale indiano, che ha ispirato molte persone in tutto il mondo con le sue idee di non violenza, di resistenza pacifica e di lotta per la giustizia sociale. La sua vita e il suo lavoro sono stati un esempio di come la forza della verità e dell’amore possa superare le barriere della paura, dell’odio e della violenza.
In questo senso, l’esempio di Gandhi ci può ispirare a non avere paura di denunciare le ingiustizie, ma di farlo in modo pacifico e costruttivo, cercando sempre di promuovere il dialogo e la comprensione tra le parti.

IO
Grazie A.I.

A.I.
Di niente, sono qui per aiutarti. Se hai altre domande, non esitare a chiedere.

—–

In conclusione penso che alla fine l’arte vincerà comunque e vittorioso sarà l’artista qualunque sia la sua espressione purchè sia fatta ad arte.
Ma è meglio che mi faccia li cazzi mia. See You Later Alligator

 

* barbaro è qui usato come dispregiativo

The Barbarian

Mappatori e giardinieri dei giardini Urbani diffusi. Profilo del gUd | team

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